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Mobilità aziendale: il futuro sta nella sostituzione del diesel

L’ingegnere tedesco Rudolf Diesel nel 1892 brevetta un tipo di motore alternativo, che prenderà il suo nome, alimentato a gasolio e definito ad accensione spontanea, che utilizza il principio della compressione per ottenere la combustione del combustibile, in antitesi con i cosiddetti motori a scoppio, ad accensione comandata, alimentati a benzina e basati sull’azione delle candele che attraverso l’emissione di una scintilla ne permettono l’avvio.

Oggi, a distanza di oltre cento anni, la fine dei motori Diesel sembra essere sempre più vicina.

Nel 2015, esplode negli Stati Uniti d’America lo scandalo dieselgate: L’EPA, l’agenzia americana per la protezione dell’ambiente, riscontra sui veicoli del gruppo Volkswagen la presenza di un software in grado di aggirare le norme ambientali sull’inquinamento da gasolio, consentendo così alle vetture di superare i test sulle emissioni, abbassando in modo fittizio di oltre 40 volte i limiti consentiti dalla legge.

Nel febbraio del 2018, una sentenza del tribunale amministrativo federale di Lipsia, in Germania, ha stabilito che i governi locali potranno introdurre divieti di circolazione alle auto Diesel, mettendo così a rischio circa 15 milioni di automobili.

Le nuove normative RDE

Le nuove normative europee RDE, Real Driving Emissions, puntano ad un sostanziale blocco per le auto Diesel dal 2020: secondo queste norme, l’elemento che non dovrà più uscire dai veicoli è il particolato, uno dei più dannosi per la salute e l’ambiente. Parigi ha annunciato lo stop proprio per il 2020, Roma per il 2024 ed Atene dal 2025.

Il destino del Diesel sembra quindi segnato, ed il mercato automobilistico mondiale sta dunque correndo ai ripari: Renault, Volvo, Porsche, Mercedes e Toyota hanno annunciato l’incremento di produzione di vetture ibride ed elettriche, così come Bmw ed Audi.

Anche FCA procede in questa direzione, pianificando la scomparsa del Diesel entro il 2021: il gruppo italo americano punterà fortemente sull’elettrico per quanto riguarda le auto passeggeri, mantenendo il Diesel solo per i veicoli commerciali.

Eliminare il motore Diesel aiuterà a migliorare la qualità delle emissioni, perché più inquinante di uno a benzina, ma non risolverà ad esempio il problema del riscaldamento globale: in questo caso si avrà addirittura un effetto contrario, visto che i Diesel emettono meno anidride carbonica per Km di quelli a benzina, oltre ad essere più performanti.

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